Il 25 novembre è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Questa data è stata instituzionalizzata dalle Nazioni Unite e dal 2008 segna l’inizio della campagna “UNITE! Activism to End Violence against Women & Girls”, che durerà 16 giorni e terminerà il 10 dicembre, Giornata internazionale dei diritti umani. Riconoscendo l’importanza di questa giornata sabato 26 novembre si terrà un Corteo Nazionale a cui parteciperà anche La Città dell’Utopia. È per questo motivo che abbiamo deciso di pubblicare un articolo per fare luce sulla situazione della violenza contro le donne in Italia.

Sebbene sia importante non dimenticare che le donne sono individui con un nome, un cognome e una storia personale, a volte è necessario parlare dei numeri per dare una visione del problema più ampia.

Secondo i dati elaborati dall’Osservatorio Nazionale Femminicidi, Lesbicidi e Trans*cidi (https://osservatorionazionale.nonunadimeno.net), il numero totale di quest’anno ammonta a un totale di 107 fino a novembre. Di fronte a questi numeri, ci si può chiedere quale sia la risposta istituzionale.

Gli ultimi dati pubblicati dal ISTAT mostrano che 2 milioni di donne in Italia tra i 16 e i 70 anni hanno subito qualche forma di violenza fisica o sessuale da parte di partner o ex partner in qualche momento della loro vita. Inoltre, i dati mostrano anche che un numero allarmante di 855.000 donne sta attualmente subendo violenza da parte del partner. Questi numeri rappresentano la triste e scioccante realtà che dobbiamo affrontare. Purtroppo ci mostrano che si tratti di una vera e propria mancanza d’interesse per il problema. Un esempio che ciò illustra è appunto l’ultimo rapporto che è stato pubblicato nel 2015 (https://www.istat.it/en/archivio/169135). Inoltre, non è molto chiaro quali siano i metodi utilizzati per ottenere queste informazioni. Considerando un grande divario su questo argomento, abbiamo deciso di dare contributo e di analizzare l’approccio statale.

Durante la pandemia la violenza di genere contro le donne è stata aumentata provocando anche una reazione da parte dell’ONU. Dall’altro lato, dobbiamo sottolineare che non abbiamo trovato una forte risposta istituzionale e civile coordinata rispetto ad altri paesi europei. In Italia, non è stato approvato nessun piano di emergenza specifico a parte che il numero che le vittime possono chiamare, ma purtroppo sappiamo che molte non sono in grado di farlo. Così abbiamo la mancanza di una legge integrale e di reattività.

Si potrebbe concludere che la mancanza di reattività istituzionale è dovuta alla scarsa rappresentanza delle donne nelle istituzioni governative. Un maggior numero di donne in politica potrebbe portare a una maggiore attenzione a questioni come la violenza di genere. Tuttavia, sembra che l’inclusione delle donne in politica non porti a cambiamenti politici significativi. Questa è la conclusione degli studiosi Catalano Weeks e Masala. I ricercatori indicano come causa principale “un sistema legislativo lento e vecchio e una cultura maschilista che non dà priorità agli interessi politici delle donne”.

Le giornate come questa di 25 Novembre sono necessarie, ma non sufficienti per proteggere le donne e le ragazze. L’azione istituzionale è essenziale per porre fine alla violenza di genere. E come molti altri paesi, anche l’Italia deve svegliarsi e iniziare a prendere il problema più seriamente. Per questo noi de “La Città dell’Utopia” ci uniremo domani 26 Novembre con molti altri in questa battaglia con il grido “Basta guerre sul nostro corpo!”

Academic sources:

Donato, S. (2020) ‘Gender-Based Violence against Women in Intimate and Couple Relationships. The Case of Spain and Italy during the COVID-19 Pandemic Lockdown.’ Italian Sociological Review. DOI: http://dx.doi.org/10.13136/isr.v10i3s.402.

Weeks, A. C. & Masala, F. (2022) ‘Still “the Domain of Men?” Gender Quotas and Women’s Inclusion in Local Politics in Italy.’ Legislative Studies Quarterlyhttps://doi.org/10.1111/lsq.12405.