Footballization è un match tra Siria, Libano e Palestina lungo un’intera stagione, dove il ritmo del calcio giocato si interseca con le storie di vita dentro e fuori dal campo.
Giovedì 7 Marzo
dalle 19.30: apericena
20.00: proiezione di Footballization
A seguire dibattito con Stefano Fogliata (Sceneggiatore) e volontari del progetto Interventi Civili di Pace in Palestina (promosso da Servizio Civile Internazionale Italia, Un Ponte Per…, IPRI – Rete CCP, Centro Studi Sereno Regis, Assopace Palestina)
“Ogni bambino nel campo non ha in mente altro che il calcio. Tutta la mia vita in Siria ruotava attorno al pallone”. Louay, Yazan e Rami sin da piccoli giocavano insieme sui campi da calcio del campo palestinese di Yarmouk, in Siria. Con l’intensificarsi del conflitto attorno a Damasco, hanno lasciato la Siria per trovare riparo in Libano, nel campo di Borj-el Barajneh alla periferia di Beirut.
Da un campo all’altro, da una squadra all’altra. I 3 si sono ritrovati insieme nei ranghi dell’Al-Aqsa, la squadra palestinese simbolo del campo di Borj-el Barajneh. Un vero e proprio laboratorio multi-etnico e multi-nazionale, dove giocano e si allenano palestinesi-libanesi, siriani, palestinesi-siriani, libanesi e… anche un italiano!
Nella scorsa stagione l’Al-Aqsa è arrivata persino a giocarsi la finale della Coppa Palestinese in uno scontro epico risolto solo ai rigori. Jamal e Nassar erano i calciatori più promettenti della rosa, ma hanno dovuto riporre i loro sogni per via del passaporto: un rifugiato in Libano fatica a trovare spazio nella lega ufficiale!
Sono lontani i tumultuosi anni anni ’70, quando il calcio palestinese “parallelo” in esilio attirava migliaia di tifosi, perché lì ci giocavano i migliori calciatori del Paese. Tra di questi Jamal-al Khatib è la leggende vivente del calcio palestinese in Libano: negli anni ’70 la sua fama gli ha garantito 3 passaporti diversi per giocare in 3 diverse nazionali maggiori.
Ma l’unica maglia che si sente ancora addosso è quella del Nejmeh, la “Juventus del Libano”, con cui una settimana prima dello scoppio della guerra civile libanese (1975) ha giocato con Pelé davanti a 60.000 tifosi nello Sport Centre di Beirut. Stadio che nel 1982, solo 7 anni dopo, sarà raso al suolo dai bombardamenti israeliani e trasformato in base militare.”